Oggi, col senno di poi, mi accorgo che i tre anni di studio al Poli di Milano mi hanno fornito una base eccellente”, riconosce Giorgio, 26 anni, laurea magistrale a Copenhagen e attualmente impegnato nel conseguimento di un PhD mentre lavora come Research Scientist in una grande multinazionale, “eppure all’epoca ho sofferto: il metodo di studio finalizzato alla mera preparazione dell’esame mi stava terribilmente stretto”. Tanto che alla fine è arrivato alla laurea triennale in ingegneria energetica con un 88/110, voto dignitoso ma certamente non da enfant prodige. Un risultato, però, che fa a pugni con quello successivo della laurea magistrale a Copenhagen: due anni a pieni voti. E non certo perché i danesi siano di manica larga! Un percorso di studi apparentemente contraddittorio che merita di essere raccontato brevemente.

Giorgio è un bravo studente al penultimo anno del Liceo Scientifico di Tradate, vicino a Varese, quando l’insegnante di Matematica e Fisica gli suggerisce di tentare già in quel momento il test d’ingresso al Politecnico di Milano. Evidentemente il prof ha individuato in lui quel talento e quella passione per i numeri e le scienze esatte che infatti il test conferma. Giorgio è ammesso al Poli sin dal quarto anno di Liceo e trascorre l’ultimo anno tutto preso dall’impegno per la maturità, senza più dubbi su “cosa fare dopo”. I nuovi impegni lo inducono a lasciare i boy scout dopo dieci anni di militanza (anche se, si sa, boy scout si è per sempre, come i diamanti!) e le attività di volontariato a cui si è sempre dedicato. Riprenderà la vita associativa poco dopo, fondando il Rotaract – emanazione giovanile del Rotary Club – a Tradate. Maturità brillante  e poi ingresso al Politecnico, nel campus più recente della Bovisa. “Ma dopo tre anni ne sono uscito sconsolato”, ricorda Giorgio, oggi con un sorriso. In poche parole: molta teoria (che si rivelerà utilissima nel seguito del suo percorso di studi) e pochissima pratica. E anche la “specializzazione” scelta, Ingegneria Energetica, affogata nella preparazione generale, praticamente non esisteva.

A quel punto Giorgio non si scoraggia ma decide di dare una svolta alla sua esperienza studentesca: vuole intraprendere un percorso di studio che funga da trampolino di lancio per uno sbocco lavorativo immediato e che possa valorizzare le sue conoscenze e doti individuali. Senza porsi limiti geografici – Europa o Usa – esamina le varie offerte, ovviamente con corsi in inglese, con l’aiuto di una consulente di U4YOU e individua sei atenei, tre in Europa (Svezia, Paesi Bassi e Danimarca) e tre in America. Insieme esaminano i programmi e i metodi didattici proposti e “Alla fine”, dice Giorgio, “la mia è una scelta di pancia: sono affascinato dall’approccio didattico e dalla precisione che caratterizza tutto l’ambiente DTU, Danmarks Tekniske Universitet di Copenhagen, a cominciare dal disegno del campus che è un quadrante cartesiano”.

La Danimarca, uno dei paesi con più alto livello di civiltà e di buona qualità della vita al mondo, investe massicciamente nell’istruzione e l’università è totalmente gratuita. La DTU, poi, è una eccellenza tra le università di Ingegneria del Nord Europa e Giorgio si indirizza su una delle specializzazioni che oggi promettono maggiori sviluppi tecnologici: l’Ingegneria dei Materiali.

A Copenhagen Giorgio vive il primo anno nel Campus, poi – come spesso succede – trova con due amici (italiani) un appartamento in città. Se non altro possono farsi degli appetitosi piatti di pasta e delle buone pietanze lombarde sfuggendo un po’ alla “cucina nordica” che domina nelle mense e che, scherza Giorgio, “nella sua versione quotidiana non può rapire un italiano”.

Il sistema didattico gli piace molto: dei 120 crediti che deve accumulare nel biennio di master, ne sfrutta 35 (anche eccedendo il limite massimo di 30 grazie ad accordi speciali) proponendo degli special courses. È quello che fa, sottoponendo a cinque professori altrettanti progetti di ricerca e sviluppo in collaborazione con delle imprese. Studio e laboratorio, studio e laboratorio, tutto si trasforma in una esperienza esaltante e di grande successo.

Ma l’Ingegnere non si ferma alla laurea magistrale. Dopo un internship nella filiale di una tra le maggiori multinazionali dell’alluminio, eccolo dunque – è storia di questi mesi – impegnato in una ricerca a cavallo tra la stessa società (con il ruolo di Research Scientist) e la DTU (guidato dal professore con cui ha già fatto la tesi) che lo porterà tra un paio d’anni al conseguimento del PhD, il dottorato di ricerca.

E poi? Dove se ne andrà Giorgio? “Per qualche tempo”, dice, “probabilmente ancora a Copenhagen. Poi chissà”. Ma il desiderio dichiarato è il ritorno in Italia: “I danesi dicono di essere il popolo più felice del mondo… perché non hanno mai provato a essere italiani!”.

Redazione News4You
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